Il fumetto unico di Mario Improta
Crediamo che il vero problema non sia la satira in sé, ma la sostituzione della satira con la politica, o per meglio dire l'evocazione in politica di contenuti e linguaggi terribilmente derisori, che a teatro possono far ridere, ma se pronunciati altrove possono suonare - e suonano - come condanne a morte. Di certo, morte civile, ma con sempre possibili scivoloni politici di altro genere.
Insomma, siamo dinanzi a una militarizzazione della politica, ormai consolidatasi, dove l’avversario è un nemico da distruggere a colpi di irrisorie metafore apocalittiche
che mettono tutti e tutto sullo stesso piano: liberalismo e nazismo, libero
mercato e mafia, imprese e povertà, classe politica democratica e sistema castale induista, eccetera, eccetera.
Il
caso di "Marione" (Mario Improta), fumettista grillino, in forza (termine non scelto a caso)
al Comune di Roma, che ha paragonato l’Ue al campo di sterminio di Auschwitz, è
un esempio classico di militarizzazione della politica.
Ovviamente,
fa benissimo la Comunità ebraica a risentirsi, dal momento che sull’ Olocausto non si deve e non
si può scherzare. Ci mancherebbe altro. Ma, ripetiamo, il punto vero è un
altro: la militarizzazione della
politica, la riduzione dell’avversario a verme da schiacciare.
Per farsi un'idea dell'approccio militarizzante si dia un'occhiata al blog di Improta, grillino (pare) della prima
ora (http://www.marioimprota.com/blog/ ) . Ci si ritrova dinanzi a un martellante e inquietante coagulo di “ io non
dimentico”.
L’immagine
del “pensiero unico” evocata da populisti, sovranisti, neofascisti, neocomunisti rimanda - per chiunque
abbia letto le approfondite analisi di Nolte - allo schema del nemico collettivo: dalla classe unica (la borghesia) alla
razza unica (gli ebrei in particolare) fino al pensiero unico (il liberalismo
in tutte le sue sfumature): tutti soggetti “politici”, veri e propri capri espiatori, da irridere e calpestare, fino a completa distruzione. Per ora morale, poi si vedrà...
E quel
che è più grave, ripetiamo, è l’imbarbarimento intellettuale della politica. Che si è trasformata, per reazione, in conflitto, tra pensieri che finiscono per presupporsi
unici, come accade nelle guerre totali, prolungamento del manicheismo morale.
Perché? Una volta abbandonata
la ricerca del ragionamento e della mediazione in favore della derisione morale assoluta, al supposto pensiero unico del nemico, non può non opporsi, secondo un ciclo a spirale un pensiero altrettanto unico. Si usa la satira come una baionetta, montata sulla canna di un fucile. Per ora, ripetiamo, metaforico. Il che però, intanto, spiega il “fumetto unico” di Mario Improta.
Si è creato un circolo vizioso, di cui però primo responsabile resta il giacobinismo satirico dei
populisti. Non per niente, in Italia, il padre fondatore del Movimento Cinque Stelle è un comico.
Sapete, amici lettori, "Marione" di cosa
si occupava in Campidoglio? Della creazione di vignette per una campagna di sensibilizzazione
civile promossa dal comune nelle scuole romane…
Carlo Gambescia