Cina, Europa, Reddito di Cittadinanza e Quota Cento
Nell’ interessante intervista a Francesco
Sisci , sinologo e giornalista, a proposito dell’ annunciata adesione italiana al BRI (Belt and Road Intiative), le cosiddette nuove vie della
seta (*), si scopre una cosa molto interessante, che rinvia, in modo esemplare, al metodo di governo dei populisti italiani.
Osserva Sisci:
Osserva Sisci:
Io
capisco i ragionamenti del sottosegretario [al MISE, Michele Geraci, ndr] , ma
mi tocca ripetere il punto: non possiamo permetterci il lusso di operare da
soli una scelta così strategica. Non ha senso sottolineare che dobbiamo
esportare di più in Cina se poi non consideriamo insieme agli altri
l’architettura entro cui gli scambi con la
Cina dovrebbero avere luogo. Non ha senso a maggior
ragione se consideriamo che l’America adesso ha una guerra commerciale in atto
con la
Cina , e in questo momento è ridicolo che l’Italia si metta a fare
ponti con la
Cina. È un’operazione che avrebbe senso solo se
l’Italia desse sostanza ad una proposta politica, che però manca del
tutto. Così come è stata fatta adesso, la scelta italiana è una scelta sciocca.
Infatti (…) ci piaccia o non ci piaccia, l’Italia è parte del sistema
americano. Quindi, noi possiamo fare delle cose alla luce di quello che
l’America ci dice o che concordiamo con lei. Non avendo in questo caso
concordato nulla con Washington, ne consegue che tutto quello che annunciamo di
voler fare con la
Cina è aria fritta. Che ci mette in una situazione
imbarazzante sia con l’America, sia con la
Cina. Con la
Cina dimostriamo, come al solito, di essere dei
gradassi, di annunciare delle cose che poi non possiamo fare. All’America,
invece, andiamo a fare uno sgambetto in un momento particolarmente difficile. Quindi
gratuitamente, senza alcuna idea, senza alcun vantaggio, noi stiamo costruendo
una situazione pericolosa.
Il corsivo, che è nostro, illustra bene, ripetiamo, il metodo di
questo governo. La parola "metodo" potrebbe essere grossa perché si tratta, più semplicimente, di puro “avventurismo politico”, ossia, di voler compiere azioni di forza,
dandosi arie da grande
potenza, senza esserlo e senza avere alcuna idea delle conseguenze e dei
relativi rischi delle proprie azioni. Roba da teatro della marionette.
Si
tratta di una strada, che in politica estera, rinvia direttamente al
Ventennio Fascista: alle rodomontate mussoliniane, grande giornalista e proprio per questo pessimo uomo di governo. Avventurismo che finì male. Molti, purtroppo, sembrano aver dimenticato.
Del resto
l’avventurismo politico di questo governo è evidente. Si pensi
alla diatriba con l’Ue sul bilancio, provvisoriamente rientrata, che però ha accresciuto i sospetti di Francia
e Germania (Francia , tra l’altro, regolarmente, insultata nella figura di Macron), sulla nostra reale volontà di restare in Europa. Diciamo
che il tasso di inaffidabilità italiana, già storicamente elevato, è tornato a crescere. Per dirla fuori
dai denti: gli alleati europei ci vedono di nuovo come dei buffoni e per giunta pericolosi.
Ma l’avventurismo rimanda anche alla
politica economica e sociale interna. Misure
demagogiche come il Reddito di
Cittadinanza e Quota Cento rischiano, al tempo stesso, di affondare l’economia
italiana e scontentare i destinatari, perché,
onerose per le finanze pubbliche e insufficienti per alleviare lo stato di coloro che ne hanno veramente bisogno. Parliamo di cittadini, tra l’altro sottoposti, come nel caso del Reddito di Cittadinanza, a
occhiuti e umilianti controlli. L'altra faccia del welfare state (che gli italiani fanno finta di non vedere).
Insomma, un mix di sprechi e sorveglianza, più vicino a un’economia
totalitaria che liberale.
Naturalmente, sul piano della propaganda
governativa, a partire dalla Televisione di Stato, come a proposito
del pasticcio sulla Tav ( è di oggi: un rinvio che tuttavia per i francesi non è un rinvio), le
scelte di politica estera e politica interna sono presentate come grandi
successi. E anche questo fatto, in qualche misura, rimanda, quanto meno come
tecnica persuasiva di massa, al martellante condizionamento
ideologico del Ventennio.
Il nuovo nato si chiama Politicamente
Corretto di Destra: un misto di razzismo, statalismo, giustizia fai da te,
moralismo tradizionalista, demagogia anticasta, tutti fattori che hanno
trovato perfetta sintesi nell’avventurismo sovranista-populista. Si
aggiunga, infine, la scarsa
qualità del personale politico del Governo giallo-verde e il gioco è fatto: l’Italia è nelle
mani di pericolosi dilettanti allo
sbaraglio, non solo in politica
estera, ma in tutti gli altri campi. "Gradassi", come osserva giustamente Sisci, che “gratuitamente senza alcuna idea stanno
costruendo situazioni pericolose”.
E il conto dell’avventurismo politico,
potrebbe essere salato. Come nel 1945.
Carlo Gambescia
(*) Qui l’intervista: https://www.startmag.it/mondo/errori-italia-cina-via-seta/ Su Geraci, economista in quota Di Maio (sembra), "ossessionato" dalla Cina e dal "mastodontico" progetto BRI, " progetto di cooperazione e collegamenti lanciato dal
presidente cinese Xi Jinping nel 2013", si veda: https://www.ilfoglio.it/esteri/2019/03/07/news/chi-mise-la-cina-al-governo-241742/ .