Emanuel Carnevali
(1897-1942) ancora oggi può essere considerato il Rimbaud italiano. Figura
anticonformista e poco omologata alla cultura del suo tempo, di questo
straordinario poeta , amato da Eliot, Pound e Williams Carlos Willliams, oggi
si sa veramente poco. Sarà lo stesso Pound ad affidargli la traduzione di
alcuni Cantos. A diciassette anni s’imbarca per New York dove farà i mestieri
più umili e frequenterà gli ambienti intellettuali in cui si compirà la svolta
modernista nella letteratura americana. Nel 1978 Adelphi pubblicò Il
Primo Dio, e poi il buio.
In questi giorni le
Edizioni Via del Vento pubblicano una plaquette, cura e traduzione di Elio
Grasso, che contiene una scelta essenziale del nostro poeta maledetto.
Una riscoperta
doverosa di una delle più belle voci della poesia italiana del Novecento troppo
presto dimenticata.
“Ai poeti”, questo è
il titolo dell’antologia, dà ampiamente conto della straordinaria carnalità di
Emanuel Carnevali, poeta che ha nell’anima il demone. I suo versi si muovono in
una terra estrema, si fanno largo e scavano trincee di luce nell’oscurità delle
tempeste interiori.
Nicola Vacca
Due liriche di Carnevali
Quasi un Dio
Sto morendo alla mercé di questo caldo
ma potrebbe essere peggio.
Amo mia moglie
ma dovrei amarla di più.
Amo la mia ragazza ma il suo amore dovrebbe essere più universale.
Soltanto una parola la descrive ma non so quale sia.
Tutto è più breve di qualcos’altro.
C’è competizione nel caos
una cosa molto stupida.
Sono dubbioso come un ramo di salice
che curvo ammicca l’acqua.
Ammiro il diavolo perché lascia le cose incompiute.
Ammiro Dio perché tutte le completa.
***
Ai poeti
Essenze di ogni bellezza popolare,
violini dalle corde vibranti
lunghe, soffici, delicate armonie -
anche se sfiorati dalle ruvide dita del mondo
anche se sfiorati dalle fredde dita del dolore -
pensate al giorno in cui, dormendo nelle vostre tombe,
sarete svegliati dal tuono delle vostre voci
e dal vento forte e gelido della vostra musica:
poiché nel suolo fertile degli anni
le vostre voci fioriranno mutando in tuono,
la vostra musica muterà in vento ch monda e genera.
Essenze di ogni bellezza popolare,
violini dalle corde vibranti
lunghe, soffici, delicate armonie -
anche se sfiorati dalle ruvide dita del mondo
anche se sfiorati dalle fredde dita del dolore -
pensate al giorno in cui, dormendo nelle vostre tombe,
sarete svegliati dal tuono delle vostre voci
e dal vento forte e gelido della vostra musica:
poiché nel suolo fertile degli anni
le vostre voci fioriranno mutando in tuono,
la vostra musica muterà in vento ch monda e genera.
Nicola Vacca è nato a
Gioia del Colle e vive a Salerno. È scrittore, opinionista, critico letterario,
collabora alle pagine culturali di quotidiani e riviste. Svolge, inoltre,
un’intensa attività di operatore culturale. Ha pubblicato numerosi libri di
poesia, tra i quali ricordiamo, Civiltà delle anime (Book) , Incursioni nell’apparenza ( Manni), Esperienza degli affanni e Almeno un grammo di salvezza (Edizioni Il
Foglio) .
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