Elezioni 2013
Agli italiani non piace la sinistra
Lasciamo oggi le poche righe scritte, a caldo, nel cuore della notte. Non hanno alcuna pretesa di analizzare i risultati elettorali, ma solo di porre una questione: che gli italiani - e dispiace ragionare in termini di deterministiche categorie psico-antropologiche - aspirano da sempre a perseguire insieme il massimo della libertà e il massimo della sicurezza. Valori incompatibili. O comunque difficili da "mixare", soprattutto se intesi, come piace agli italiani, in maniera assoluta.
Di qui, un diffuso e contraddittorio atteggiamento anarchico-conservatore,"del tipo "privatizzare i profitti/socializzare le perdite", che storicamente ha sempre penalizzato, ovviamente unito ad altre ragioni, i partiti di sinistra. E impedito, peraltro, la nascita di un vero partito conservatore, democratico e liberale. Ma questa è un'altra storia. (C.G.)
Di qui, un diffuso e contraddittorio atteggiamento anarchico-conservatore,"del tipo "privatizzare i profitti/socializzare le perdite", che storicamente ha sempre penalizzato, ovviamente unito ad altre ragioni, i partiti di sinistra. E impedito, peraltro, la nascita di un vero partito conservatore, democratico e liberale. Ma questa è un'altra storia. (C.G.)
Le elezioni politiche hanno provato ancora una volta che agli italiani non piace la sinistra. E che in fondo sono un popolo profondamente conservatore. Di destra. Un destra particolare, diffusa, becera, atavica: quella della " roba" mia non si tocca...
Quando sembra toccare alla sinistra di vincere, il consenso, anche se sulla carta notevole, nelle cabine elettorali finisce per sciogliersi come neve al sole. Ogni volta (quella “decisiva”), la “paura fa novanta” e così l'elettorato si esibisce nel famigerato gesto del manico. Come dimostrano le precedenti vittorie di Berlusconi, abilissimo nel solleticare "le corde giuste", e ribadisce, da ultimo, il miracoloso recupero di ieri. Come, per contro, le mezze vittorie o sconfitte degli avversari di sinistra. E che dire dell’autentico scialo di voler creare un’altra destra? Senza prima civilizzare politicamente gli italiani? Come prova il tentativo di Monti & Co.? Altro dieci per cento di voti conservatori gettati al vento ... Non aveva tutti i torti quell'antipatico di Nanni Moretti nel ricordare in un suo film che gli italiani se lo meritavano ( e meritano) Alberto Sordi.
Ma, come esempi, si potrebbe tornare indietro all’ Italia liberale e alle sue masse contadine che, tutto sommato, varcarono disciplinatamente il Piave perché avevamo loro promesso il fazzoletto di terra sul quale lavoravano prima di partire soldati; al fascismo, tutto ordine, gerarchia, antisocialismo e consenso fino al 1940, se non 1943; alla democrazia cristiana e al socialismo craxiano abilissimi nel catturare e sfruttare l’anticomunismo becero e sempre latente negli italiani. Il brutto della cosa è che gli abitanti dello Stivale sono un popolo di destra e forse neppure lo sanno. Quindi protesta populista sì, partito conservatore no. Et voilà l'Italia!
E il Movimento 5 Stelle? Probabilmente, anche i “grillini”, magari senza saperlo, parlano un linguaggio di destra. Destra diffusa e becera, ovviamente. Questioni, come dire, di DNA (degli italiani)... Altrimenti non si sarebbero imposti elettoralmente in così breve tempo...
Concludendo, alla sinistra - riformista o meno - manca, e continuerà a mancare, la materia prima: l’italiano... di sinistra.
Buonanotte.
Buonanotte.
Carlo Gambescia
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