martedì 18 dicembre 2012

La Costituzione italiana è la più bella del mondo?  Dipende



Un breve  preambolo. Per i controrivoluzionari dell’Ottocento le costituzioni, come testi scritti dagli uomini, erano autentici  attentati al  volere di Dio e contro la naturale costituzione politico-gerarchica della società. Mentre per i liberali   le costituzioni  rappresentavano un meccanismo, sempre più perfetto,  per imbrigliare il potere e difendere le  libertà degli  uomini. Dopo di che però nacquero i grandi partiti socialisti e cattolici democratici  e le costituzioni divennero nel Novecento strumenti  per mutare a colpi di megalomania la società, oppure  per reintrodurvi  elementi di cristianesimo sociale, come nel caso del diritto al lavoro; diritto, ovviamente,  condiviso e  promosso anche dai socialisti.
La Costituzione italiana, pur non essendo spiccatamente socialista o cristiana, appartiene a quest’ultima tipologia mista. Perciò dal punto di vista, per così dire, cristiano-socialista, non può non essere  la più bella del mondo, come per l'appunto  asserisce, sbracciandosi in tv  il comico di sinistra  Roberto Benigni. E qui  si pensi solo al primo comma dell’ art. 1 dei Principi Fondamentali: «L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro», tipica asserzione, semplificando, «cattocomunista». Il che però spiega perché continui a  piacere così  tanto alla sinistra e pochissimo a una destra che,  in nome dei valori liberali,  aspira,  altrettanto giustamente, alla «Repubblica fondata sulla libera iniziativa…».
Del resto senza libera iniziativa economica, di questo o quell’imprenditore,  non possono "fiorire" posti di lavoro. E senza il  lavoro dipendente non possono  "nascere"  imprese.  Pertanto  hanno ragione sia la destra che la sinistra perché  il diritto al  lavoro non esclude il diritto alla  libera iniziativa e viceversa. Soltanto che a vincere in quel freddo dicembre del 1947 furono le forze di centrosinistra…  Probabilmente, proprio per evitare, i successivi e giustificati tentativi di rivincita della destra, sarebbe stato meglio, all’epoca, limitare l’articolo 1 dei Principi fondamentali al secondo comma: «La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione». Tuttavia,  la destra,  incluso il grosso dei liberali,  aveva  perduto la guerra. E le costituzioni  riflettono, anche all'interno della stessa nazione,  i rapporti di forza politici tra vincitori e vinti.   E spesso, purtroppo,  si vuole  non solo vincere  ma stravincere...

Carlo Gambescia



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