I libri della settimana: Alberto Rosselli, Sulla Turchia e
l’Europa, Edizioni Solfanelli 2006, pp. 160 – http://www.edizionisolfanelli.it/ ;
Alberto Rosselli, Islam Nazismo Fascismo Storia di un’intesa ideologica e
strategica che avrebbe potuto modificare l’assetto geopolitico mediorientale ed
euroasiatico, Nuova Aurora Edizioni 2011, pp. 156; Alberto Rosselli, L’ultima
colonia. La guerra in Africa Orientale Tedesca 1914-1918, Nuova Aurora Edizioni
2012, pp. 220.
Alberto Rosselli, come ben sanno i suoi
affezionati lettori, è uno storico senza cattedra, ma
con il dono dell'intuizione e della sintesi. Dote, quest'ultima,
molto preziosa, che talvolta manca a paludati storiografi con
cattedra, come ad esempio Franco Cardini: sorta di
Braudel spiegato al popolo, nei cui libri, sempre più
farraginosi, il lettore finisce per smarrirsi senza
poter approfondire nulla.
Insomma, siamo davanti a un giornalista dal
solido mestiere ma storico per passione, che si
pone agli antipodi di ciò che può essere definito, se ci si perdona
la caduta di stile, il "trombonismo" accademico. Rosselli
si muove con l' agilità del bravo ricercatore tra l'alta
divulgazione storica e l'originalità dei temi scelti. Come
del resto evidenziano, con scadenza
bimestrale, le vivacissime pagine di “Storia Verità" ( http://www.storiaverita.org/
), rivista da lui egregiamente animata. A riprova
di ciò abbiamo qui sulla scrivania tre libri di
Rosselli, debitamente letti e gustati come si fa con ogni
sincero liquore storiografico.
Il primo, Sulla Turchia e l’Europa (Solfanelli 2006), è una
magnifica sintesi, dove, senza fare sconti a nessuna della parti in
campo, si offrono tutti gli elementi necessari (storici, culturali,
economici e geopolitici) per formarsi un’idea sullo
spinoso argomento. Alta divulgazione, insomma.
Il secondo Islam Nazismo Fascismo (Nuova Aurora Edizioni 2011), ricostruisce
magistralmente, anche attraverso una ricca iconografia, la
fitta e poco nota rete di
rapporti tra il radicalismo trascendente dei
movimenti islamisti e l' immanentismo politico di marca
nazionalsocialista e fascista: un inquietante mix ideologico e
geopolitico tra sacro e profano, mai completamente
passato di moda in Medio
Oriente. Argomento,comunque, non comune.
Il terzo volume, L’ultima colonia. La
Guerra in Africa Orientale Tedesca 1914-1918 (Nuova Aurora
Edizioni 2012), ripercorre i sentieri poco battuti storiograficamente di
una guerra dimenticata: quella, non meno importante, svoltasi quasi un secolo
fa nei lontani possedimenti tedeschi d'oltremare.
Dei tre libri, L’ultima colonia resta l'opera dove Rosselli,
forse perché "kiplinghianamente"non insensibile al
misterioso fascino delle guerre perdute, disvela quel
rispetto per lo sconfitto che ha sempre animato il lavoro degli
storici migliori. Insomma, Rosselli "sente" di più la
causa tedesca, senza per questo rinunciare alla franca disamina degli eventi.
Nel libro si fondono bene, grazie anche alla sua notevole
padronanza stilistica, capacità divulgativa, gusto storico per
il dettaglio e visione d'insieme. Ottime le due
appendici cronologiche (sulla "Colonizzazione
tedesca in Africa" e sulla "Campagna del Tanganika"), come del
resto il sontuoso apparato iconografico, anche
se una bibliografia finale avrebbe valorizzzato il lavoro sotto il versante cognitivo. Ma,
come si dice, nessuno è perfetto.
Che materiali possono fornire al sociologo queste tre chicche? Il libro sulla Turchia, una riflessione sulla natura a doppio taglio dei processi di modernizzazione, sempre soggetti a contromovimenti di tipo religioso-identitario. Quello sull’Islam radicale e il nazismo, invita invece a riflettere, in termini di sociologia delle idee, su ciò che può unire due visioni del mondo a prima vista lontane. Infine, il saggio sulla guerra nell’ Africa Orientale Tedesca offre al sociologo che si occupa di questioni militari interessanti spunti sulla qualità dell’addestramento delle truppe coloniali germaniche. E perciò può far meditare (certo, senza esagerare...) sul valore della disciplina militare come veicolo interculturale. Il che non è poco, soprattutto in tempi come i nostri, dediti, spesso in modo ipocrita, al culto della dolciastra religione pacifista.
Che materiali possono fornire al sociologo queste tre chicche? Il libro sulla Turchia, una riflessione sulla natura a doppio taglio dei processi di modernizzazione, sempre soggetti a contromovimenti di tipo religioso-identitario. Quello sull’Islam radicale e il nazismo, invita invece a riflettere, in termini di sociologia delle idee, su ciò che può unire due visioni del mondo a prima vista lontane. Infine, il saggio sulla guerra nell’ Africa Orientale Tedesca offre al sociologo che si occupa di questioni militari interessanti spunti sulla qualità dell’addestramento delle truppe coloniali germaniche. E perciò può far meditare (certo, senza esagerare...) sul valore della disciplina militare come veicolo interculturale. Il che non è poco, soprattutto in tempi come i nostri, dediti, spesso in modo ipocrita, al culto della dolciastra religione pacifista.
Carlo Gambescia
Nessun commento:
Posta un commento