Come vivere, o forse sopravvivere, nella sempiterna guerra dei sessi
Siamo tutti eroi
di Carlo Pompei
L’ultimo secolo ha visto lo svolgersi di rivoluzioni
industriali, civili e politiche. Tutte hanno avuto un denominatore comune: lo
status sociale e per questo motivo sono strettamente interconnesse. Qui, però,
non vogliamo parlare di “massimi sistemi”, ma di “micro-sistemi”, come ad
esempio la Famiglia ,
mattone fondamentale per la costituzione della società volta a riprodursi,
prima ancora che a produrre. Analizzando i comportamenti delle persone travolte
dalle rivoluzioni predette, azzardiamo un’ipotesi che, purtroppo, trova
riscontro nel modo di vivere (o di sopravvivere) oggi.
Per un uomo è assolutamente normale uscire
di casa per recarsi al lavoro; per una donna la stessa cosa diviene un atto
“eroico”, oggi tristemente necessario per aiutare nel bilancio familiare.
Per una femmina è (era?) normale accudire la casa e la
famiglia; per un maschio era (ed è) “eroico” cucinare e lavare i piatti una
volta all’anno.
Tutto questo ha portato a sovvertire equilibri che duravano
da secoli e ha svilito la figura dell’uomo classicamente intesa; inoltre ha
fatto divenire la donna una specie di virago con inclinazione a comportamenti
da mantide religiosa. Anche per questo motivo, probabilmente, i suicidi sono
molto più diffusi tra gli uomini. Sembra un ragionamento sessista volto a
recludere la donna tra le mura domestiche, ma non è così: la donna vuole
trovare una situazione di tranquillità casalinga, dove diventare madre e nonna,
ma al tempo stesso, stando a quanto recita una sorta di detto popolare, “Una
moglie cercherà fuori quel che non trova in casa”. Sintetizzando: un uomo pensa
che “si fa quel che si può” fare e ciò è limitante, ma prudente; una donna
pensa che “si fa quel che si deve” fare in funzione di convincimenti non sempre
condivisibili. Infatti non entriamo in quelle che si definiscono priorità
dell’uno o dell’altra, poiché ci perderemmo nelle istanze variegate di uomini e
donne di tutti i tempi e di tutte le latitudini.
In alcune zone geografiche alle donne non importa che l’uomo
abbia relazioni extraconiugali, l’importante è, invece, che torni a casa per
portare sostentamento alla famiglia (moglie e figli), mentre il tradimento
femminile rappresenta ancora un’onta da lavare e un disonore. Questi sono casi
da non prendere a modello, ma forse dovremmo trovare un sano compromesso.
In un film inglese di recente uscita - “Histeria” - folle e
al tempo stesso gustosissimo, si affronta il tema dell’isteria femminile, un
tempo categorizzata come vera e propria malattia da curare. La “cura” fu
individuata nell’invenzione del primo “sex-toys”: uno stimolatore vibrante,
volgarmente definito “vibratore”. Prima che vi fosse una diffusione commerciale
dell’oggetto, questa pratica veniva svolta all’interno di “studi medici”
dedicati e non si trattava di auto-erotismo (ci siamo capiti, no?). È
divertente citare una celebre battuta al proposito: «Sono sempre stato
ritardato, quando da piccolo si giocava al “dottore”, io facevo l’oculista».
Tornando seri, possiamo affermare che un equilibrio
familiare è sicuramente raggiungibile soltanto tra persone responsabili che
sappiano gestire la propria relazione e la propria situazione economica, ma per
farlo hanno bisogno di una società che permetta loro di godere dei benefici
minimi: un lavoro correttamente retribuito e con un orario che consenta la
presenza in una casa di proprietà dignitosa (esente da tasse) e un potere di
acquisto adeguato sui beni di prima necessità. Non sembra affatto la realtà
odierna italiana.
La parità dei sessi è, quindi, una stupidaggine grossolana,
se siamo diversi c’è un motivo.
Siamo al paradosso: giunti all’apice della civilizzazione,
dovremmo re-imparare dagli animali.
Carlo Pompei
Carlo Pompei, classe 1966, “Romano de Roma”. Appena
nato, non sapendo ancora né leggere, né scrivere, cominciò improvvisamente a
disegnare. Oggi, si divide tra grafica, impaginazione, scrittura,
illustrazione, informatica, insegnamento ed… ebanisteria “entry level”.
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