Raffronto improponibile?
Non condividiamo la politica economica del Governo Monti, però, per
dirla francamente, la signora Fornero non può non essere apprezzata, se non
addirittura ammirata. Perché ricorda, per vigore, un'altra signora, Margaret
Thatcher: si pensi solo alla sua leggendaria prova di forza con i minatori; per
non parlare dell'abilissima conduzione della vittoriosa guerra delle
Falkland/Malvinas.
Ebbene sì, ci piace il decisionismo. Certo, parliamo di una Thatcher
all’italiana, più piccola, quindi con meno spigoli, meno ideologia e qualche
lacrima facilmente concessa ai media. Ma gli spigoli sono sempre troppi per uno
Stivale abituato, e male, alle "pacche sulle spalle" e al
"tirare a campare". Quanto all’ideologia conservatrice, quale
ministro di un governo tecnico, la
Fornero , non è costretta, per ora, a dare il meglio (o il
peggio, dipende dai punti vista politici…) di sé. I prossimi anni, per la Fornero potrebbero essere,
politicamente parlando, gli anni della sua formazione come futuro Primo
Ministro... Chissà... Tuttavia, alla stessa età (sessantaquattro anni), la Thatcher era già Premier
da dieci anni (parliamo però di un politico, anche se al femminile, di
professione).
Comunque sia, ecco quel che la
Fornero è stata capace di dire ieri ( citiamo da La Stampa ), spazzando via
tutti i polverosi schemi del vecchio e cifrato linguaggio sindacalese.
.
Quel che peggio, ai leader confederali - rei di «non aver espresso nemmeno una
mezza parola di apprezzamento» sulle risorse aggiuntive reperite per gli
ammortizzatori sociali senza intaccare altre voci della spesa sociale, e di non
applaudire a una riforma che «ritengo sia buona» - Fornero rimprovera
soprattutto un atteggiamento da scolari discoli. «È chiaro spiega - che se uno
comincia a dire “no”, perché noi dovremmo mettere lì una paccata di miliardi e
poi dire “voi diteci di sì”. No, non si fa così. Con un accordo mi impegno a
trovare risorse più adeguate». Si sa che il ministro del Lavoro quando vuole sa
adoperare anche il registro della polemica e frasi puntute. Toni che i suoi
detrattori già più volte hanno definito «da maestrina». E sicuramente ieri la
battuta sulla «paccata di miliardi» ha destato un po’ di sorpresa e fatto
inarcare più di un sopracciglio.
.
Più chiaro di così… E, soprattutto, quel che soprende è il radicale cambio di
impostazione, e in termini di prassi: concertazione, se occorre, sì, ma
comunque guidata con polso fermo dal Ministro del Lavoro. Per fare un altro
esempio italiano, ovviamente sempre "in scala": Donat-Cattin
(Ministro del Lavoro democristiano durante l’Autunno Caldo) era della stessa
pasta della Fornero, anche se sbilanciato verso i sindacati.
Ovviamente, la direzione impressa alla concertazione (“ prima il sì, poi i
soldi”) può anche non piacere per i suoi contenuti (poco o punto favorevoli ai
lavoratori). E infatti non ci piace. Ma siamo stanchi delle cosiddette critiche
all'avversario, in quanto tale, per partitito preso. Basta con il manicheismo!
Soprattutto se ad personam. Il Ministro del Lavoro - e non abbiamo timore di
ripeterlo - va apprezzato. E non per il puro coraggio, come ha dichiarato un ex
Sottosegretario alla Difesa del Pdl (un povero orfanello in cerca di papà
carismatici), bensì per aver mostrato di possedere polso fermo e idee chiare su
ciò che si deve fare. Doti fondamentali che caratterizzano il politico di rango.
Doti, che al Ministro del Lavoro, come sembra, non difettano. Infatti il solo
coraggio tende a trasformarsi in temerarietà e in decisionismo a fondo perduto,
soprattutto quando mancano visione riformatrice (anche se non sempre
condivisibile...), nonché risolutezza, doti sconosciute a numerosi politici
italiani di grido, in particolare della Seconda Repubblica. Chapeau, signora
Fornero!
Carlo Gambescia
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