lunedì 20 febbraio 2012


Da qualche parte abbiamo letto, testuale: "meno male che Sanremo c'è". Del Festival ci siamo occupati anni fa (http://carlogambesciametapolitics.blogspot.com/2007/03/sociologia-del-festival-di-san-remo.html). Quindi non torneremo sull'argomento. Tuttavia, abbiamo anche scorto, sempre di recente, un lapidario "meno male che Wikipedia c'è". Che ci sia un sotterraneo collegamento? Magari proprio fra l'ultimo Sanremo, in versione celentanesca, e quella parodia di enciclopedia - fa anche rima… - che risponde al nome di Wikipedia. Forse rappresentano insieme, per dirla con Gadda, un accoppiamento giudizioso... In effetti, secondo l’amico Carlo Pompei,  un filo comune di contorta necessità al connubio, esiste. Ai lettori il piacere di scoprirlo... Buona lettura. (C.G.)



Wikipedia & Sanremo:
 Parole in libertà
 di Carlo Pompei




Se nel “campo testo” di un “motore di ricerca” digitiamo “Celentano”, tra i primi risultati ci appare la biografia “in tempo reale” del famoso “molleggiato d’Italia”. In quale sito? Ma su “Wikipedia”, naturalmente. Avete notato quanti “virgolettati” in una sola frase? Alcuni di questi sono dettati da esigenze reali di composizione, altri, invece, sono dovuti ai sempre più numerosi neologismi compositi imposti dalla tecnologia e dalle sue applicazioni. Lo sviluppo del web negli ultimi venti anni ha portato innovazioni inimmaginabili soltanto poco tempo prima, ma, come al solito non è tutto oro… Anche se demonizzare il mezzo, e non l’uso che se ne fa, è sempre un errore.Uno degli usi o abusi, per l’appunto, è l’enciclopedia elettronica citata prima. Non del tutto contestabile (molte voci sono compilate correttamente), la “tuttologia online” vanifica la propria utilità consentendo la possibilità di effettuare modifiche a chiunque, anche a chi non ne avrebbe titolo o diritto. Ciò comporta inesattezze involontarie o premeditate. Nell’area di modifica c’è un avvertimento tanto ridicolo quanto inutile: “Verrà tenuta traccia dell’indirizzo IP dal quale sono state effettuate le modifiche”. Anche un hacker neonato sa quanto sia facile nascondere o cambiare questo dato. Tralasciando le questioni tecniche, intendiamo dire che un progetto come quello di Wikipedia è una gran pensata che, però, nasconde alcune ingenuità congenite. I lessicologi la vedono come un palcoscenico di dilettanti alla ribalta, gli studenti come un aiuto insperato nel compito in classe, gli insegnanti perdono tempo a sequestrare ed accumulare sulla cattedra telefoni cellulari di ogni sorta (gli allievi ne hanno due), i diretti interessati minacciano querele per inesattezze, i diretti interessati passati a miglior vita non possono difendersi, gli orecchianti di ogni ordine e grado la usano per spacciare cultura da quattro soldi. Insomma, servirebbe una regolamentazione più rigida, ma questa è possibile? I fondatori chiedono donazioni affinché la loro creatura possa svilupparsi maggiormente; noi pensiamo che bisognerebbe, invece, selezionare i collaboratori e certificarli, non consentire l’inserimento e la modifica delle voci a chiunque, perché enciclopedia “libera” significhi anche “corretta” e non un ammasso di parole in libertà. In tutto questo che cosa c’entra Celentano? A proposito di parole in libertà, in stile Wikipedia, è stato divertente vedere come alla RAI sia sfuggita di mano la questione Sanremo. Invitare il bisbetico per fare “audience” si è rivelato un boomerang fatale... Il Festival della canzone italiana si è trasformato in un siparietto di scambi di ruoli tra smutandate, presentatori inadatti, veleni e ripicche. Ma la musica e le canzoni dov’erano? E poi, ammesso che sia vero che i giornali cattolici non dovrebbero “fare politica” (torneremo sull’argomento, poiché è importante stigmatizzare che cosa significhi “fare politica”), perché mai la dovrebbe fare un cantante (bravo) eletto iniquamente a filosofo? L’emozione non ha voce - come cantavi, caro Adriano - perché parli? E perché bisogna pagare il canone RAI per pagare il compenso di Celentano che ne fa beneficienza? Non possiamo farla direttamente a chi vogliamo e scegliamo noi? Magari, se uno proprio ci crede, a Wikipedia…
Carlo Pompei


Carlo Pompei, classe 1966, “Romano de Roma”. Appena nato, non sapendo ancora né leggere, né scrivere, cominciò improvvisamente a disegnare. Oggi, si divide tra grafica, impaginazione, scrittura, illustrazione, informatica, insegnamento ed… ebanisteria “entry level”.

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