La questione tibetana tra realismo politico e ideologia
Sì al boicottaggio delle Olimpiadi
Negli incidenti parigini di ieri alcuni osservatori hanno
scorto solo provocazioni anticinesi, mentre altri soltanto il segno
significativo di una rinnovata battaglia per i diritti universali.
Diciamo subito che è singolare questa chiusura totale nei riguardi del Tibet che accomuna i capitalisti dei buoni affari con certe frange politiche europee filocinesi. Ma, per onestà, va anche sottolineato che tra i difensori della causa tibetana sussiste una divisione tra coloro che si impegnano in difesa dei diritti universali alla libertà di ogni “singolo” tibetano, come alcune organizzazioni non governative, e coloro che invece si battono per i diritti dei popoli, come "entità collettive", all’autodeterminazione. Ovviamente va ricordato anche chi si batte per entrambe le cause: diritti dell’uomo e diritti dei popoli. Anche se difficili da conciliare.
Chi scrive crede che sul piano ideologico le Olimpiadi vadano boicottate, soprattutto in nome del diritto di ogni popolo all’autodeterminazione politica. Mentre su quello del realismo politico, riteniamo, chela Cina vada contrastata,
ovviamente in chiave politicamente “scalare”, prima che divenga troppo potente.
Ma non siamo studiosi di geopolitica e perciò, da qui in avanti, potremmo
incorrere in alcune inesattezze.
In effetti, quel che più ci infastidisce è il realismo economico dei capitalisti dei buoni affari conla Cina.
Un realismo che in realtà non è tale, perché, come sta
avvenendo, il costo del lavoro europeo - semplificando al massimo - viene
fissato sul mercato del lavoro cinese, in base ai salari da fame percepiti
dagli operai cinesi, privi di qualsiasi autentico diritto sociale. Un gioco al
ribasso che in realtà decostruisce le basi sociali e morali dell'economia
europea.
Diciamo subito che è singolare questa chiusura totale nei riguardi del Tibet che accomuna i capitalisti dei buoni affari con certe frange politiche europee filocinesi. Ma, per onestà, va anche sottolineato che tra i difensori della causa tibetana sussiste una divisione tra coloro che si impegnano in difesa dei diritti universali alla libertà di ogni “singolo” tibetano, come alcune organizzazioni non governative, e coloro che invece si battono per i diritti dei popoli, come "entità collettive", all’autodeterminazione. Ovviamente va ricordato anche chi si batte per entrambe le cause: diritti dell’uomo e diritti dei popoli. Anche se difficili da conciliare.
Chi scrive crede che sul piano ideologico le Olimpiadi vadano boicottate, soprattutto in nome del diritto di ogni popolo all’autodeterminazione politica. Mentre su quello del realismo politico, riteniamo, che
In effetti, quel che più ci infastidisce è il realismo economico dei capitalisti dei buoni affari con
Di più: la
Cina , sostiene, attraverso il possesso di ingenti quantità di
titoli americani, l’economia statunitense. Pertanto chiunque appoggi la Cina , rischia di sostenere
indirettamente l'economia americana. Perciò chi oggi invoca l’indipendenza
economica europea dagli Stati Uniti, dovrebbe riflettere su questo aspetto non
secondario: ogni euro che entra in Cina serve a sostenere, almeno a breve,
l’economia Usa.
Ecco perché, ripetiamo, in ultima istanza, le Olimpiadi vanno boicottate.
Carlo Gambescia
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