Il libro della settimana: Mario Bozzi Sentieri, Dal neofascismo alla nuova destra. Le riviste 1944-1994, Nuove Idee, Roma 2007, pp. 258, euro 16,00.
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A Mario Bozzi Sentieri, brillante scrittore e giornalista, dobbiamo essere grati. Questa ultima sua fatica (Dal neofascismo alla nuova destra. Le riviste 1944-1994, Nuove Idee, Roma 2007, pp. 258, euro 16,00, tel. 06/45468600 fax 06/39738771), colma una lacuna storiografica fondamentale, e offre un valido strumento conoscitivo a coloro che eventualmente siano curiosi di scoprire le complesse coordinate culturali di quella destra post-missina, che proprio in questi giorni si appresta a governare, insieme agli alleati, per la terza volta l’Italia.
Il volume, infatti, fornisce una schedatura analitica delle riviste pubblicate all’interno di un mondo culturale, tuttora poco studiato Tuttavia, per non far torto a nessuno, non faremo nomi (tra l’altro, alla fine al libro, c’è un ricco indice delle riviste). Ma praticamente ci sono tutte: da “Manifesto” (1944) e “Meridiano d'Italia" (1946) a “Il Centrodestra (1994). Bozzi Sentieri, nelle vesti di storico, è perfettamente a suo agio. E trascorre da una rivista all’altra con acume critico ed equilibrio, senza annoiare mai.
E così il lettore scoprirà da solo, che su queste riviste, seguendo l’invisibile filo di velluto della cultura, hanno scritto nomi importanti della destra intellettuale missina e post-missina. Inoltre, grazie alle sue capacità di sintesi, l'autore riesce a tratteggiare le linee portanti di un’intera cultura, con le sue luci e ombre. Ma lasciamo la parola a Bozzi Sentieri:
“Nel lungo viaggio dal neofascismo alla
nuova destra emergono così diversi filoni culturali spesso in contraddizione
tra loro: dal tradizionalismo evoliano a quello cattolico, dal ‘socialismo
nazionale’ all’anti-risorgimentalismo, dal radicalismo nazional-rivoluzionario
al conservatorismo; dal terzaforzismo europeo al liberal-nazionalismo, dal
populismo all’elitismo. Che cosa avevano in comune, riviste, periodici,
bollettini espressione di queste diverse anime della Destra? Intanto di non
considerare il neofascismo nostalgico come l’orizzonte massimo della propria
ragion d’essere, non limitando, nel contempo, all’iniziativa anticomunista il
proprio ruolo politico. Gli autori di riferimento e le ‘scuole di pensiero’,
che quell’ambiente veniva via via a individuare, invitavano piuttosto a
guardare oltre la pur importante opposizione al ‘pericolo marxista',
sollecitando una riconsiderazione della crisi ‘moderna’, delle sue radici
profonde, del suo possibile superamento” .
In conclusione, un volume ricco, ben scritto,
interessante. E soprattutto rivolto ai lettori attenti all'evoluzione delle
idee politiche. Inclusi quelli di sinistra, magari desiderosi di capire le
matrici culturali della nuova destra post-missina. E, piaccia o meno, dei suoi
successi, o quasi…
Carlo Gambescia
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