Il libro della settimana: Giovanni Damiano, L'espansionismo americano. Un destino manifesto?, Edizioni di Ar, padova 2006, pp. 146, Euro 16,00.
http://www.edizionidiar.it/damiano-giovanni/espansionismo-americano-un-destino-manifesto. |
In un'antologia pubblicata circa trent'anni fa I
profeti dell'impero americano. Dal periodo coloniale ai nostri giorni (Einaudi,
Torino 1975, che tra l'altro ospitava un testo di Francis Parker Yockey, un
pensatore "maledetto", secondo gli stessi americani), Piero Bairati,
il brillante curatore, ricostruì in modo chiaro ma probabilmente anche
didascalico , la costituzione ideologica e l'espansione storica
dell'imperialismo americano.
Tuttavia il libro di Bairati, colmava all'epoca un vuoto
(e una fame) di obiettività: per la prima volta si iniziava a ragionare
"scientificamente", di imperialismo americano, e sulla base di testi
e documenti, ancora oggi preziosi, soprattutto per "illuminare chi ancora
creda che i neoconservatori Usa , siano sbucati da Marte...
In questo senso il libro, appena uscito, di Giovanni
Damiano, L'espansionismo americano. Un destino Manifesto? (Edizioni di
Ar, Padova 2005 - www.libreriaar.it ),
ha tutte le caratteristiche per poter svolgere lo stesso ruolo chiarificatore
del testo di Bairati. Soprattutto se si pensa alla marea di pubblicazioni e
traduzioni sugli Stati Uniti, che affollano gli scaffali delle librerie, pur
non avendo nulla di scientifico o di meritorio.
Si tratta di un testo sintetico, chiaro, ricco
bibliograficamente, onesto e obiettivo. Che ricostruisce non solo sul piano
storico ma anche su quello ideologico-politico lo sviluppo dell'espansionismo
americano. L'autore - a differenza di Bairati - preferisce parlare di
espansionismo invece che di "imperialismo (termine che a ragione ritiene
" prettamente polemico"). E, inoltre, rifiuta assolutamente di
scorgere dietro di esso un disegno o "piano storico" aprioristico. O
peggio ancora, occulti e diabolici poteri.
Ma lasciamo la parola a Damiano.
"Credo - scrive - si possano definire gli Stati
Uniti come una nazione ideocratica 'aiutata', nel suo 'tracciato' espansionista
da una costellazione iniziale di favorevoli circostanze geostoriche, quali
l'immenso spazio a disposizione; l'isolamento geografico; l'assenza di potenti
vicini; una forte immigrazione; la conflittualità europea, specie nei primi
decenni dopo l'indipendenza; il predominio inglese sui mari. A ciò va aggiunta
la circostanza storica probabilmente più importante, ossia la 'deriva
suicidaria dell'Europa', a partire dalla prima guerra mondiale" (p. 15).
L' altro aspetto interessante è che Damiano riprende da
Costanzo Preve il termine "ideocrazia" (si veda L'ideocrazia
imperiale americana, Edizioni Settimo Sigillo, Roma 2004 - www.libreriaeuropa.it). Che tuttavia
non segue sino in fondo. A suo parere gli americani avrebbero invece
"costruito la loro identità nazionale alla luce di un senso, via via più
forte e radicato, di superiorità verso l'Europa (...). Che sin dall'inizio ha
assunto nella 'narrazione' puritana i toni della contrapposizione: [del]la 'nuova
Canaan' [che] si opponeva al 'nuovo Egitto' " (p. 11).
Quel che traspare dalle pagine dell'ottimo libro di
Giovanni Damiano, è certo malinconico trasporto, che nasce probabilmente da una
lucida consapevolezza del vuoto politico europeo. Vuoto, che ha permesso agli
Stati Uniti dopo il 1945, di dettare le sue condizioni al mondo
"libero", e dopo il 1989, di iniziare a imporle a tutti, proprio a
tutti... Si tratta in fondo di una condizione di consapevolezza, certo dura, se
non tragica, che l'autore riesce a trasmettere, al lettore, pagina dopo pagina.
E che il lettore, a sua volta non può non avvertire, quasi fisicamente, una
volta letto e chiuso L'espansionismo americano.
Da questa angolazione, il libro di Giovanni Damiano, al
di là della sua sobrietà scientifica, va letto anche come testimonianza d'amore
verso un'Europa che non c'è più... Una donna bellissima, un tempo amata, e
all'improvviso sparita nel nulla...
Carlo Gambescia
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